Episodio 931 marzo 2020
Tutto quello che l’UE ha fatto e non ha fatto per affrontare il coronavirus
di Fiorella Lavorgna
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Immaginate una mappa di un video game.
Per sbloccare il gioco e andare a salvare la principessa – che in questo caso si chiama Mercato Unico ed è tenuta prigioniera insieme ad un principe, che si chiama Euro – bisogna superare tanti livelli, disposti a ragnatela, ma che si tengono insieme. Ad ogni livello corrisponde un'arma magica. Per arrivare alla sfida finale, servono tutte.
L'UE ne ha recuperate diverse, i soldi per assistere il nostro servizio sanitario e i lavoratori in difficoltà, proprio grazie ai nostri fondi europei.
Ma molto altro è stato fatto: dalla sospensione delle regole del Patto di Stabilità ad un primo vero piano europeo per i disoccupati, passando per un'azione senza precedenti della Banca Centrale Europea. E infine, l'impasse sulla trattativa sui coronabond.
In questa puntata facciamo un'eccezione al nostro podcast, fino ad oggi monotematico
Vi parlerò di tutto quello che l'UE ha fatto, e non ha fatto per rispondere alla crisi del coronavirus.
A seguire
Dopo quasi 5 giorni di estenuanti negoziati, durante i quali il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel pare abbia chiuso occhio soltanto un'ora per notte, i leader europei hanno finalmente trovato un accordo sui Recovery Fund e il Quadro Finanziario Pluriennale per il settennato 2021-2027. Per un totale di 1,82 trilioni di euro.
Se nelle capitali europee si è festeggiato e si è fatto a gara per rivendicare la paternità dell'accordo, Ska Keller, co-presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo, mette in luce come i leader europei abbiano trovato un'intesa sulla risposta al Covid a discapito delle politiche ambiziose che la commissione Von der Leyen aveva annunciato nella sostenibilità, innovazione e giustizia sociale.
Infatti, il Parlamento Europeo annuncia che darà battaglia, e che non intende approvare l'accordo così come è stato presentato.
In questa puntata di Fondi Europei facciamo il punto di quanto accaduto in questi giorni a Bruxelles, e proviamo a trarre anche noi un bilancio di cosa questo accordo significhi per il futuro dell'Unione.
Episodi precedenti
Nella scorsa puntata abbiamo parlato del Green New Deal.
Il Piano della Commissione che vuole mobilitare 1000 miliardi di euro per convertire l'economia dell'Unione verso un modello più sostenibile.
La transizione ecologica però, potrà portare con sé anche degli svantaggi. Soprattutto per quelle regioni le cui economie sono più dipendenti dai combustibili fossili.
Per evitare che queste regioni divengano periferiche e per ammortizzare i costi sociali della transizione ecologica la Commissione UE metterà in moto il Just Transition Mechanism, che metterà in modo investimenti pubblici e privati per 100 miliardi di euro.
Il Meccanismo porta però in dote solo 7.5 miliardi di risorse nuove, e in molti di domandano se basteranno a garantire una transizione giusta.Episodio 410 febbraio 2020
Fondi europei e capacità delle Amministrazioni. L’esperienza dei «PRA» in Italia
09:02Lo scorso 31 dicembre è scaduto il tempo per la regione Puglia per spendere 142 milioni di contributi per il Piano di sviluppo rurale. Fondi stanziati tre anni fa nell'ambito della politica agricola europea, con obiettivi molto simili a quelli della politica di coesione, ma che l'amministrazione regionale non è stata in grado di erogare nei tempi previsti.
Pensate sia paradossale che un paese non riesca a spendere i soldi disponibili?
Non troppo se consideriamo che le risorse dei fondi strutturali vengono trasferite soltanto una volta che le amministrazioni nazionali e regionali hanno adempiuto a procedure burocratiche spesso non semplicissime, per dimostrare come e per quali progetti verranno utilizzati i fondi.
Spesso, accade che ci si riduca all'ultimo minuto, e che i fondi non vengano indirizzati dove è davvero necessario investire, o peggio, può accadere che queste procedure non vengano adempiute e che i fondi vadano persi.
In questa e nella prossima puntata parleremo di come la Commissione ha agito per fare in modo che i Fondi europei non fossero sprecati, chiedendo agli Stati membri – l'Italia per prima – di intervenire sulla capacità delle proprie amministrazioniEpisodio 514 febbraio 2020
I piani di rafforzamento delle amministrazioni per spendere meglio i fondi europei. Parte 1
08:09“Possiamo immettere centinaia di migliaia di euro, ma se le istituzioni non sono adeguate a gestire i fondi non vedremo i risultati che vogliamo”.
Ci sono paesi in cui i fondi europei servono a costruire un sistema economico quasi da zero, altri in cui – come il nostro - dovrebbero fare da volano per l'economia.
Ma per tutti vale la stessa regola: se le amministrazioni non sono competenti e pronte a gestire le risorse, queste non daranno i risultati sperati.
Dopo aver ascoltato l'autorità di gestione per la Basilicata, abbiamo intervistato Vittoria Alliata, direttore per le politiche urbane e rurali che ci ha dato la versione della Commissione.Episodio 615 febbraio 2020
I piani di rafforzamento delle amministrazioni per spendere meglio i fondi europei. Parte 2
07:49Episodio 79 marzo 2020
Il piano per il Sud visto da Bruxelles: buoni propositi da trasformare in realtà
07:39In questa puntata parleremo di cosa l'Europa sta facendo per venire incontro agli Stati Membri davanti alla crisi del Coronavirus. Il Coronavirus avrà un impatto fortissimo sull'economia europea.
L'intervento dell'Unione in questa crisi, per mitigarla e affrontarla, va al di là della solidarietà tra stati: l'Unione dovrà trovare il modo di reagire per salvare se stessa. Perché l'impatto del virus mette in discussione il sistema alla base del suo funzionamento.
Tra le prime misure di emergenza attuate, in questo caso per aiutare le comunità dei paesi membri colpiti, ci sono proprio la mobilitazione dei fondi europei.
Ne parliamo in questa puntata