“La Razzia - Cinque storie dal ghetto di Roma”

di Elisabetta Fiorito

Episodio 212 ottobre 2023

Emanuele, il bambino sul tram

di Elisabetta Fiorito

Emanuele è un bambino di 12 anni quando dalla finestra di casa in via della Reginella, nell’antico quartiere ebraico, vede che i nazisti stanno portando via sui camion la madre, Virginia Piazza, in piazza delle Tartarughe. Emanuele abita ancora lì quando lo andiamo a trovare e ci indica i luoghi dove hanno preso la madre, dove abitava la spia Celeste Di Porto, di come è sceso per cercare di salvare la madre, ma il tentativo è stato vano, mentre sarà Virginia a salvare il figlio. Emanuele si ritroverà solo per strada e salterà su un tram dove verrà nascosto dai tramvieri di Roma. Tornato a casa, dovrà cavarsela e mantenere la famiglia nei nove lunghi mesi di Roma città aperta. A corredare la sua intervista, Claudio Procaccia, direttore Beni e attività culturali della comunità ebraica di Roma, che ci illustra le tappe del piano nazista: dal ricatto dell’oro alla razzia.

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A seguire

  • Episodio 312 ottobre 2023

    Lia, la scrittrice della Shoah

    19:54

    Lia Levi ha 12 anni quando la madre la rinchiude in un convento insieme alle sorelle perché non si fida dei tedeschi dopo il ricatto dell’oro. La mattina del 16 ottobre 1943 sua madre la raggiunge e lei la vede piangere. Lia non potrà mai dimenticare quella scena, anche da adulta, e dedicherà la sua vita a scrivere romanzi sul terribile giorno. I mesi dell’occupazione li passa tra paura e speranza in convento dove continuano ad arrivare altre bambine ebree che cercano di sfuggire alla deportazione. Lia deve imparare le preghiere cattoliche e adotta un nome falso. A raccontarci la sua storia, la stessa Lia Levi, Ariela Piattelli, direttrice di Shalom, il magazine della comunità ebraica di Roma, e un altro bambino, Attilio Lattes, in questo episodio che ha al centro lo sguardo dei bambini e delle bambine del Ghetto.

Episodi precedenti

  • Episodio 112 ottobre 2023

    Elena, la matta di Piazza Giudia

    17:36

    Elena è appena tornata dal confino quando arriva il 16 ottobre. È un carattere particolare, viene chiamata la matta di Piazza Giudia, ma pazza non lo è affatto. È una femminista ante litteram che non vuole farsi mettere i piedi in testa e, da ragazza, per il carattere ribelle viene rinchiusa più volte a Santa Maria della Pietà, l’ospedale psichiatrico di Roma. È un’antifascista convinta che lotta contro i soprusi. Per questo all’entrata in guerra viene mandata al confino prima in Basilicata, poi nelle Marche, ma con la caduta del fascismo torna a Roma e può riabbracciare i suoi figli. L’alba terribile del 16 ottobre 1943 vede la cognata Annita che viene separata dai tre figli e portata via: Elena compie così un gesto istintivo che le costerà carissimo. A raccontare la sua storia, il nipote di Elena, Marco Di Porto e il ricercatore Gaetano Petraglia, autore del libro “La matta di Piazza Giudia”, edito da Giuntina.

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